Antichissima Bismantova: la Pietra si riappropria della sua storia
Per sei mesi dal 19 aprile a Palazzo Ducale i reperti di Campo Pianelli
Per l’importanza archeologica e storica, per il legame con un luogo straordinario, la Pietra di Bismantova, sia dal punto di vista ambientale che da quello dei ritrovamenti che fin dal 1865 si sono susseguiti nei decenni, quella che inaugurerà sabato, 19 aprile, alle 17, non sarà una semplice mostra, ma un evento culturale ed espositivo destinato a rimanere nella storia del paese ed anche del Parco nazionale, di cui la Pietra è da alcuni anni il simbolo più riconosciuto. Per sei mesi saranno ospitati nelle sale espositive di Palazzo Ducale la maggior parte dei reperti abitualmente custoditi ai Musei Civici di Reggio Emilia, rinvenuti nel corso degli anni a Campo Pianelli, necropoli alle pendici di Bismantova, utilizzata fin dall’età del rame, e poi più intensamente nell’età del bronzo. La mostra, dal titolo “Antichissima Bismantova”, vede una importante collaborazione, che ha richiesto mesi di pianificazione e lavoro organizzativo, tra l’Amministrazione di Castelnovo ed in particolare l’Assessorato alla Cultura, i Musei Civici e nello specifico l’archeologo Iames Tirabassi, che su Bismantova ha condotto numerose campagne di scavi e sarà il curatore della mostra, la Sovrintendenza ai Beni archeologici dell’Emilia Romagna, ed il Parco nazionale, nel cui perimetro la Pietra è compresa ufficialmente a pieno titolo dal 2010, rappresentandone uno dei punti di maggiore rilievo.
La mostra è stata presentata questa mattina nella sede della Provincia, alla presenza del Sindaco di Castelnovo Gianluca Marconi, dell’Assessore alla Cultura Francesca Correggi, di Tirabassi e di Valentina Leonini della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Bologna.
Ha spiegato il Presidente del Parco nazionale Fausto Giovanelli: “Per il Parco Nazionale di cui Bismantova è parte a pieno titolo da poco più di 3 anni, questa mostra è un passaggio importante perché mette a fuoco la profondità storica e antropologica del valore di paesaggio della Pietra. Non solo una bella cartolina, non solo una palestra di roccia, non solo un giardino fuori porta, ma un insieme di valenze che millenni di storia hanno accumulato, e che non sono dispersi ma presenti e riconoscibili. La conservazione a lungo termine della Pietra di Bismantova come patrimonio italiano è affidata all’equilibrio degli usi umani prima di tutto e ancora prima alla conoscenza e alla consapevolezza di questa stratificazione di valori depositatisi in tempi geologici, preistorici, storici e moderni”.
Hanno aggiunto Marconi e Correggi: “Questa mostra risponde anche ad una richiesta e un sogno che nel corso degli anni tante persone di Castelnovo hanno nutrito. Una attenzione particolare e una grande passione sono innegabilmente legate alla nostra identità territoriale ed al passato di Bismantova: lo ha espresso anche il grande entusiasmo manifestato con la ripresa degli scavi nell’estate 2012. Entusiasmo e sostegno che ci hanno portato ad investire tempo e risorse, in un momento in cui scelte come questa sono difficili. Conoscere la nostra antichissima storia significa apprezzare maggiormente le nostre radici, valorizzare il nostro territorio ed anche saperlo proporre in modo migliore all’esterno. E’ la prima volta che questa imponente collezione, conservata ai Musei Civici di Reggio, ritorna in modo pressoché completo in Appennino, all’ombra della Pietra, che conferma la propria storia di cuore del territorio, a partire dalla protostoria, per poi vedere il passaggio di Liguri, Etruschi, Bizantini, fino ad arrivare all’oggi, al suo fortissimo richiamo rimasto immutato nei secoli”.
Tirabassi ha sottolineato che “sono davvero tante le cose legate alla Pietra di Bismantova che potrebbero essere oggetto di attenzione: la necropoli di Campo Pianelli è conosciuta da chi studia archeologia in tutta Europa, ma ci sono anche il sito del Castelletto, di epoca alto medievale, le tombe liguri rinvenute nel 2009, ed altri siti ancora da scavare. Questa mostra èun risultato importante che può essere l’avvio di un percorso di grande interesse”. La Leonini ha concluso: “Siamo ben felici di collaborare con i Musei, il Parco e il Comune di Castelnovo per un progetto di questo spessore. Bismantova era un punto paesaggistico ed un crocevia di popoli molto frequentato fin dalla preistoria: i reperti legati alla cultura del vaso campaniforme (i più antichi rinvenuti nell’area di Campo Pianelli, risalenti all’età del rame, mentre la maggioranza è dell’età del bronzo, ndr) sono per quanto ne so gli unici mai rinvenuti in altura”.
Per l’inaugurazione della mostra sarà disponibile anche un catalogo a colori, che poi sarà distribuito in vendita in tutta Italia. E’ stata anche predisposta una pagina Facebook per aggiornare sulle iniziative collegate alla mostra: basta cercare Antichissima Bismantova.
Campo Pianelli era sicuramente un sito strategico, posto ai piedi della Pietra, in un punto dove ci sono numerose sorgenti che mancano invece sul pianoro sommitale, pianoro che poteva però essere un vicino rifugio sicuro in caso di emergenza. Il primo modesto insediamento, collegato agli oggetti più antichi rinvenuti, risale alla fine dell’età del rame (circa 2500 a. C.) e nello specifico alla cosiddetta “Cultura del bicchiere campaniforme”. Diversi secoli dopo, cioè nella fase piena della media età del bronzo, si insedia un villaggio ben più esteso che perdura per almeno 3 secoli (dal XV al XIII sec. a.C.) su buona parte del pianoro e che probabilmente fu abitato da un centinaio di persone. Abbiamo rinvenuto tracce di capanne, una delle quali trovata anche negli scavi del 2012. Si tratta delle stesse popolazioni che costruivano le Terramare in pianura. Quando agli inizi del XII sec a.C. questa civiltà va in crisi, anche l’abitato di Campo Pianelli cessa di esistere. Circa un secolo dopo, cioè nell’XI sec. a.C. e per tutto il X, pertanto nell’età del bronzo finale, viene impiantata la famosa necropoli, cioè il cimitero a cremazione di un villaggio che ancora non sappiamo dove fosse ubicato: forse proprio sulla Pietra. Infine, dopo circa mezzo millennio di abbandono, cioè alla fine del VI sec. a.C., troviamo i resti di un nuovo abitato che ha restituito reperti di tipo etrusco e ligure. Essi sembrano testimoniare la presenza di entrambe queste genti forse in un intreccio tra le due culture. Poi verso il IV secolo anche questo abitato si interrompe e su Campo Pianelli troveremo solo occasionali tracce di frequentazioni romane o medievali. (I.T.)
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orari di apertura
dal 19 aprile al 4 maggio tutti i giorni dalle 15,30 alle18,30
dal 5 maggio al 29 giugno sabato, domenica e festivi dalle 16 alle 19
dal 30 giugno al 14 settembre tutti i giorni (tranne mercoledì) dalle 16 alle 19 più apertura serale del venerdì dalle 20,30 alle 23
dal 15 settembre al 2 novembre sabato, domenica e festivi dalle 15,30 alle 18,30
Catalogo a cura di Iames Tirabassi
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