Quella che unisce Castelnovo Monti e Kahla è una storia forte, antica ma allo stesso tempo modernissima, che parla della tragedia della guerra, ma anche della nascita di nuove amicizie e legami europei. Una storia che, come deve essere, ora è anche contenuta in un libro. “L’Appennino a Kahla, ieri, oggi, domani” è il titolo del volume realizzato dal Comune di Castelnovo Monti con la collaborazione di Istoreco, e con il contributo della Regione Emilia Romagna. Il volume sarà presentato sabato, 16 febbraio, al mattino (ore 10) al Teatro Bismantova, con interventi di Emanuele Ferrari, Vicesindaco di Castelnovo Monti, Paola Bacci e Monica Giovanelli, Presidi rispettivamente dell’Istituto Superiore Cattaneo – Dall’Aglio e Istituto Superiore Nelson Mandela, le testimonianze di Davide Morra del Comune di Collegno, Cleonice Pignedoli e James Bragazzi, curatori del volume (durante la presentazione saranno proiettate anche le fotografie scattate da Bragazzi a Kahla), Adele Bartolo che ne ha curato le traduzioni, Thomas Casadei docente Unimore, e di diversi studenti che hanno partecipato agli scambi culturali attivati con Kahla in questi anni.
Spiega il Vicesindaco Emanuele Ferrari: “La memoria è un filo sottile. Può essere molto lungo e ingarbugliato. Non riguarda solo il passato. La memoria è quel filo che sa cucire il presente con l’immaginazione di un futuro. Vogliamo diventi il filo che ci lega, ci dona forza e unità. La memoria è un filo che chiama tutti a essere cittadini. Viaggi, fili di memoria, storie del passato, volti del presente, immagini del futuro, abbiamo provate a raccoglierle in un libro. Su un luogo che dista da noi quasi 1000 km, ma che sentiamo vicino. Perché là riposa una parte di noi”.
Kahla, cittadina della Turingia, in Germania, ha davvero un forte legame con la montagna reggiana: qui a partire dall’aprile 1944, in piena Seconda Guerra Mondiale, venne installato un complesso di aziende per la produzione di aerei, sfruttando la presenza di gallerie sotterranee, dove furono costretti al lavoro coatto migliaia di prigionieri italiani, belgi, francesi, olandesi, russi e polacchi rastrellati e deportati, che dovevano costruire i moderni caccia a reazione Messerschmitt del Reich. Circa 15.000 di loro morirono a causa delle malattie e terribili condizioni di vita. Qui finirono anche numerosi castelnovesi e montanari, rastrellati e imprigionati al Teatro Bismantova prima di essere avviati alla deportazione. Una lapide posta al cimitero di Kahla ricorda i 7 concittadini vi morirono tra l’inverno 1944 e la primavera 1945: Inello Bezzi, Anselmo e Renato Guidi, Pierino Ruffini, Attilio Coli, Ermete Zuccolini, Francesco Toschi. Da ricerche e studi condotti dalle scuole castelnovesi, e attraverso la partecipazione alle commemorazioni internazionali per i caduti che si tengono ogni anno a Kahla in aprile, si è diffusa e consolidata la conoscenza di quei fatti storici, ed è poi nato un rapporto molto forte tra questa cittadina e Castelnovo Monti, fatto di viaggi e visite reciproche, incontri tra associazioni sportive, scuole, gruppi giovanili, formazioni musicali, e che potrebbe sfociare in futuro anche in un vero e proprio patto di gemellaggio.